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PERCHE’ IL “NO” A NUOVE CENTRALI

Anche quest’anno si torna a parlare dell’ennesima Centrale Idroelettrica che dovrà sorgere nel tratto di fiume Brenta che attraversa Valstagna. La regione sta ancora valutando il rilascio di una nuova concessione alla ditta Crestani Claudio di Bassano del Grappa. Questo comporterà un grave pericolo per uno dei pochi tratti a regime naturale rimasti del nostro amato fiume Brenta. Proprio perché naturale, questo tratto regala ai suoi abitanti e a tutti i visitatori che ogni anno arrivano da tutto il mondo ( ricordiamo il raduno degli Zattieri nel mese di luglio, le varie gare di rafting e di canoa, che portano atleti, anche di fama internazionale nella storica riviera di Valstagna), portano con sé una ricchezza ed un valore aggiunto che va salvaguardato; dal turismo consapevole, allo sport agonistico e dilettantesco, alle varie attività didattiche e di diffusione di cultura e rispetto del Fiume. Tale tratto, nel corso dei decenni, è stato oggetto di numerosi ed invasivi interventi umani, che hanno portato danni anche allo stesso fiume, modificandone l’alveo. Oltre 15 anni fa, la Direttiva Europea sulle Acque (2000/60), sottolineava l’importanza di un’azione concertata e coerente, alle varie scale di governo, attraverso forme di consultazione e partecipazione. Da allora i fiumi vengono considerati una importante risorsa da tutelare, dove intervenire per ripristinare gli ecosistemi e ridurre l’inquinamento. Il Brenta vive poiché ha una portata idrica costante tutto l’anno che la nuova centrale interromperà, distruggendo così un ecosistema che ospita molti abitanti (la trota marmorata ed altre specie protette), oltre che un tessuto di micro economia virtuosa che ruota attorno al fiume (turismo sportivo e didattico).

 

Cos’è successo nel tempo?

Il tratto montano del Fiume Brenta sito nella provincia di a Vicenza è stato, nel corso dei decenni, oggetto di numerosi ed invasivi interventi umani. Ad oggi le centrali idroelettriche ammontano a cinque (elenchiamo quali). I danni paesaggistici ed ambientali sono visibili e percepibili da chiunque.

 

Cosa sta succedendo oggi?

Nonostante queste premesse, la Regione sta valutando il rilascio di una nuova, ulteriore,  concessione alla Ditta Crestani Claudio di Bassano del Grappa al fine di avviare la costruzione di un’ennesima Centrale Idroelettrica.

 

Perché dobbiamo agire?

Ad essere in grave pericolo è uno dei pochi  tratti a regime naturale rimasti del Fiume Brenta.

Proprio perché “naturale”  questo tratto di Brenta regala ai suoi abitanti e ai visitatori una ricchezza ed un valore aggiunto che va salvaguardato. Dal Turismo consapevole, allo sport agonistico e dilettantistico, alle attività didattiche e di diffusione di cultura e rispetto del Fiume.

 

 

  1. Il Brenta vive poiché ha una portata idrica costante tutto l’anno. Le sue acque ospitano, tra i molti abitanti, la Trota Marmorata ed altre specie protette.
  2. La pesca a mosca, la pesca sportiva, il kayak, gli sport fluviali, le camminare lungo fiume sono non solo una attrattiva per viaggiatori, turisti ed abitanti del luogo, ma la fonte è la base di una microeconomia illuminata, che rispetta invece di sfruttare.
  3. Decine di migliaia di giovani studenti vivono l’aula a cielo aperto, con visite ed attività sportivo-educative.
  4. Il Brenta è anche la Palestra che ha portato ben: Tre Medaglie Olimpiche e Sette coppe del Mondo, Un campionato mondiale Junior e che ha visto a partecipazione di atleti valligiani a Cinque campionati del Mondo.

 

 http://www.ecoricerche.com/it/news-ed-eventi/news/qualita-fiumi-laghi-veneto-arpav

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