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La mostra «Paesaggi d’acqua nel Veneto. Fotografie dai Fondi del Fast», a cura di Margherita Naim, in corso a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta fino al 13 gennaio 2019

A Villa Contarini di Piazzola sul Brenta fino al 13 gennaio potremo assistere ad una originale mostra fotografica dal Titolo SULLE ACQUE DEL VENETO
E dal sottotitolo
Dall’Adige al Piave, dal Brenta al Po una riflessione sull’importanza ambientale e paesaggistica
dei grandi fiumi del Nord Est
Di Enrico Gusella PUBBLICATO SU IL GIORNALE DI VICENZA
Un paesaggio e un territorio le cui acque e i cui fiumi rivestono un ruolo e un’identità vitale, e che ora, a seguito di catastrofi e disastri ambientali, risulta gravemente ferito (14 milioni gli alberi caduti, tra foreste devastate e letti di fiumi ricoperti da quegli stessi alberi spezzati) e drammaticamente sofferente.
Il paesaggio è quello veneto, i cui fiumi e acque vivono nelle immagini del secolo scorso nella mostra «Paesaggi d’acqua nel Veneto. Fotografie dai Fondi del Fast», a cura di Margherita Naim, in corso a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta fino al 13 gennaio 2019, e che affronta il tema dei fiumi e delle acque in Ve- neto attraverso una singolare documentazione fotografica, che riporta la memoria e l’attenzione alle alluvioni e ai disastri ambientali delle scorse settimane.
Un territorio in cui l’acqua crea scenari assai diversi tra loro, come i bacini ampi e sinuosi dei fiumi Adige, Brenta e Piave, i laghi del Cadore dominati dalle vette dolomitiche o la vasta oasi naturale del Delta del fiume Po. Franco Vallerani, geografo all’Università Ca’ Foscari di Venezia, ricorda come «a partire dagli ultimi decenni del secolo scorso la rete idrografica del Veneto è stata ampiamente considerata da varie discipline e da studiosi di diversa formazione e competenza scientifica e in particolare da storici, geografi, archeologi e urbanisti che hanno preso in considerazione l’ampia messe di relazioni, cartografia storica e fotografie conservata negli archivi del Veneto, sia pubblici che privati».
Le fotografie in mostra provenienti dal Fast di Treviso (Foto Archivio Storico Trevigiano) – promotore con l’Osservatorio Regionale per il Paesaggio e il Segretariato Regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali riconducibili alla metà del secolo scorso, sono la rappresentazione dei corsi fluviali di un tempo e restituiscono in buona parte situazioni ur- bane e paesaggistiche in seguito anche mutate.
La sequenza di immagini mette in luce le città venete all’interno dei diversi proces- si di trasformazione o di conservazione dei propri territori. Così, come «a Treviso il carattere acquatico è rimasto indenne ed è ben rappresen- tato dalla diffusa iconografia del canale dei Buranelli», a Verona un ruolo primario e decisamente rilevante in quanto il più imponente assetto di idrografia urbana d’Italia dopo il Po a Torino è rappresentato dall’Adige, che si sviluppa con un’ampiezza di acque e scenari di respiro europeo, da richiamare alla memoria il vedutismo settecentesco di Bellotto. Assai eloquente in tal senso è la ripresa dall’alto di Luigi Bortoluzzi con «L’Adige al Ponte di Castelvecchio» (1960), a cui fa eco, in una suggestiva ripresa notturna, «L’Adige alla Chiesa di Sant’Anastasia» di Francesco Parolin, mentre a Malcesine è il Castello Scaligero ripreso dal lago di Garda. E da Vicenza sono «La Roggia Seriola alla Loggetta Valmarana nel Giardino Salvi» (1952 ca.) dello Studio Vajenti, una panoramica con «Il fiume Retrone al Ponte Furo, verso la Basilica Palladiana» (1960 ca.), «Il fiume Astico da Villa Piovene Porto Godi» a Lugo (Studio Neri), mentre a Bassano del Grappa è «Il Brenta al Ponte Vecchio distrutto dalle mine tedesche» (1945-1946). E da Venezia, di Paolo Monti è «Acqua alta in Piazza San Marco» (1950), mentre di Ferruccio Leiss è un canale lungo le case a Burano, e dall’entroterra veneziano uno squero monumentale a Dolo ci ricorda che il Naviglio del Brenta, con le sue ville sontuose e dense di storia, è uno dei segmenti fluviali più ricchi di capolavori al mondo.
Il canale dei Buranelli a Treviso e «Le “grave“ del Piave dal Ponte di Vidor» nel trevigiano, il Lago di Misurina e il Gruppo del Sorapiss a cui fa eco il Piave a Belluno e il Gruppo dello Schiara, men- tre da Padova sono il Canale Alicorno a Prato della Valle e il Canale Piovego a Porta Santa Croce. E quale impronta della vastità dei fiumi è la foce del Po di Maistra a Porto Tolle. Per una documentazione/ricognizione che contri- buì alla ridefinizione identitaria del territorio veneto nel secondo dopoguerra, e che oggi risulta essere anche una possibile lettura per guardare oltre le catastrofi e la forza della natura. •

sede fast treviso

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