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Andrea Moro di Valstagna e la sua esperienza con il terremoto a Città del Messico

Andrea Moro 35 anni vive a Città del Messico vi è emigrato sette anni fa partendo dal suo paese d’origine Sasso Stefani di Valstagna per lavorare in una ditta che commercializza macchine industriali.
E’ il testimone della Valbrenta del terremoto di 7,1 gradi Richter che ha colpito la capitale Messicana il 19 settembre 2017.
Ecco come racconta la sua esperienza :

“ Quando ho sentito le scosse sono subito scappato dall’ufficio ,ma le strade si muovevano come fossero fatte di gelatina così come di gelatina sembravano leccasse e gli alberi. Viviamo nella zona centrale di Città del Messico, nella colonia Doctores, delegación Cuauhtémo e quando é successo ero in ufficio, la bambina a scuola e mia moglie, professoressa di spagnolo, a casa di un’alunna. Ci siamo resi conto subito che era fortissima: le pareti e il tetto scricchiolavano, non si riusciva a rimanere in piedi, ma siamo riusciti a scappare fuori in strada. È stato impressionante, terribile. Come ogni anno, il 19 settembre alle 11 del mattino c’è stata un’esercitazione d’emergenza generale che ha coinvolto tutti i cittadini A Città del Messico c’è un sistema di allarme che avvisa quando sta arrivando il “temblor”, la cui efficacia dipende però in larga parte dalla distanza dell’epicentro. Due ore dopo l’esercitazione, c’è stata la scossa. Purtroppo questa volta l’epicentro è stato molto vicino e l’allarme è partito pochi secondi dopo l’inizio della scossa, quindi è stato inutile. Il sisma non finiva più: credo sia durato un minuto e mezzo ma non ne sono sicuro, perché in quei momenti il tempo quasi si ferma e il cervello si scollega. La sensazione che si prova è difficile da descrivere, si entra in uno stato di choc, e la paura vera e propria arriva subito dopo, quando ti rendi conto che sei stato fortunato ma inizi a pensare ai tuoi cari, agli amici e in genere a tutti gli altri, che forse non hanno avuto la tua stessa fortuna, e non c’è modo di saperlo perché i telefoni praticamente non funzionano. Ho pensato subito a mia moglie e a mia figlia: la scuola ha retto molto bene e comunque ci sono dei protocolli di sicurezza ben definiti. La situazione adesso è ancora critica ci sono varie operazioni di recupero in atto, ci sono ancora molti dispersi. È comunque stato grande l’appoggio di tutta la città e i soccorsi sono stati efficienti. Ci sono ancora tanti edifici pericolanti e inagibili, molti hanno perso tutto, ragion per cui io e mia moglie abbiamo anche offerto aiuto ad eventuali sfollati. La nostra casa per fortuna non ha riportato danni. Conosco altri vicentini e italiani, ma che sappia io nessuno ha avuto danni o è rimasto ferito. Nostra figlia si è spaventata molto, peró è ancora piccola per capire bene cosa è successo Comunque le prime notti si è svegliata spaventata, credendo di sentire l’allerta sismica o il terremoto. Per il resto, i servizi sono quasi completamente ristabiliti, anche se ci sono diverse strade chiuse. E ci sono ancora delle scosse di assestamento».

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